venerdì 22 giugno 2012

Collezione Casablanca

Perchè poi succede che ci ritroviamo con una Sfilata da organizzare.
Ma una sfilata di quelle serie.
Con un palco, le modelle e i modelli, i bodyguard, le luci e tutto il cucuzzaro.
Ovviamente per un evento del genere non potevamo che far sfilare una collezione nuova.
E allora, a cosa ispirarci?
La prima idea è stata: Estate, sole, mare, sabbia.
Per poi essere accantonata come "pura avanguardia".
Successivamente abbiamo pensato, ripensato, ci siamo arrovellate e siamo approdate al reparto romanzo/filmico.
Bello, "All'angelo azzurro"! Un film con Marlene Dietrich (per altro, già nostra testimonial nella "Collezione Prampolini"), ambientanto negli anni '40, cosa c'è di meglio??
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Ecco, forse non è il massimo come trama.
Forse magari finisce male.
Forse che la depressione è alle porte.
Cambiamo film.
Gira che ti rigira, pensa che ti ripensa, il vincitore è stato "Casablanca".
Raffinato ed elegante, permeato di quel romanticismo dolce amaro e di una bellezza struggente.
Abbiamo immaginato delle serate al Caffè di Rick, Elsa con i suoi abiti eleganti, le ballerine del Casinò e ne è venuta fuori una collezione elegante e fatta di materiali preziosi: duchesse di seta, shantung, chiffon, piume e pietre, perline e catene vintage.


Video di Ennio Ferlito, foto di Carmen Tutunaru. Si ringraziano tutti i ragazzi e le ragazze dei Salesiani di Cibali (e non) che ci hanno aiutato nella realizzazione di questo evento. Splendidi interpreti di un'idea bislacca. Siete stati fantastici!
Si ringrazia Luana Piazza come direttrice di scena e Marco Pappalardo come coordinatore.
Il video è dedicato a Melissa Bassi. Lei sognava di fare la stilista.

(A questo video seguirà quello della sfilata vera e propria)

domenica 10 giugno 2012

Del perchè e del per come della borsa da viaggio.

L'idea di fondo parte da un'annosa questione, mai e dico mai, risolta dal genere femminile.
Cosa portare per un viaggio.
E quando parlo di viaggio non sto parlando di trasvolta transoceanica oppure dell'attraversamento  dell'equatore.
Per mandarci in crisi basta un w.e. fuori porta.
Due miseri giorni con un unico pernotto.
L'uomo medio che fa? Butta in valigia mutande e calzini alla rinfusa, un paio di magliette e il gioco è fatto.
Tranquillo, sereno e placido.
Noi no.
Salvo quelle donne che hanno insito il gene della sintesi e dell'organizzazione, per le altre si apre il delirio mentale da Cosa metto in valigia?
Questa domanda verrà affrontata con intrepido spirito aristotelico che si può riassumere, senza scomodare il sillogismo, nell'assioma:Tutti i miei vestiti sono indispensabili dunque li porto tutti.
Perchè, anche qualora un fugace pensiero del tipo: "Ma sto andando 2 giorni nella cascina della nonna Abelarda a munger le vacche...forse il tacco 12 potrei anche evitarlo..." si dovesse affacciare al nostro cervellino, si aprirebbero
 scenari apocalattici di improvvise e inaspettate serate eleganti dove ci presentiamo in maglietta e calzoncini, suscitando l'ilarità delle astanti inguainate in tubini di seta.
( - La location è sempre la cascina di nonna Abelarda, ricordiamocelo - )
E allora, nella nostra testolina (se è bionda poi, ahimè, le cose si complicano), parte il mantra del portiamoanchequestoperchènonsisamai.
E ci ritroviamo a gironzolare per stazioni, aeroporti e traghetti, con bagagli ingombranti e tutt'altro che leggeri. Salvo riprometterci, al rientro a casa e con al constatazione di aver usato sempre le solite tre canottiere bianche, di portare, la prossima volta "solo l'indispensabile".
Ovviamente al successivo viaggio si ritornerà all'assioma di cui sopra.

Signore, io sono con voi.
Io sono quella del "porto anche questo perchè non si sa mai".
Io sono quella che non riesce a staccarsi dallo scrub corpo perchè "devo curare la mia pelle".
Eppure, alle volte, superiori esigenze di facilitazioni degli spostamenti e peso di bagaglio, portano a considerazioni che forse, e dico forse, smuovono anche il buon senso di una mezza sartina con una testolina bionda.
La mezza sartina ha perciò pensato ad una borsa da viaggio che in realtà sono due.
Una dentro l'altra.
Perchè?
Perchè la borsa madre contiene la figlia e il resto dei vostri effetti personali.
Quando arrivate a destinazione posate in camera il bagaglio e potete andare in giro a passeggiare con la vostra leggera e stilosissima borsetta.
Cui prodest queste "borse a matrioska"?
Avrete le mani libere, porterete una sola borsa - quindi evitando rischi di dimenticare eventuali pacchetti da shopping compulsivo per la strada - e verrete considerate senza bagaglio.
Quando il capitano del vostro aereo deciderà di imbarcare anche i trolley perchè le cappelliere sono piene, la vostra borsa passerà inosservata e potrete tranquillamente portarla con voi.



Il tessuto è da tappezzeria ed è lo stesso per entrambe, solo realizzato in positivo e negativo; ovviamente il tessuto viene usato dalla parte meno colorata per la borsa da viaggio più soggetta ad occasioni di "sporco".
E' realizzabile su ordinazione e nei tessuti indicati in foto come "cartella tessuti"
Qui tutte le foto.

(Un affettuoso saluto dalla gatta della Cascina delle Civette di Villa Torlonia. Foto Matteo Domenico Recine)


mercoledì 6 giugno 2012

(Dis) Avventure di una piccola viaggiatrice in erba più varie ed eventuali

- Recentemente ho provato l'ebrezza di venire considerata "passeggera senza bagaglio".
Loro non sapevano che dentro la mia borsa da viaggio, appositamente realizzata per l'occasione (di cui parlerò diffusamente più avanti), c'era un'altra borsa - che vedete nella foto di Matteo Recine, qui sotto -  insieme ad un bivani doppio servizio arredato.
Ma questi sono dettagli da viaggiatori in erba.


- Io adoro muovermi.
Mi piace tendenzialmente salire su qualsiasi mezzo di trasporto; spicca tra le mie preferenze, l'aereo.
Ricordi ancestrali di gite scolastiche e settimane vissute H24 dove si poteva fare tutto e si finiva a mangiare panini e a bere sangria nel cuore della notte.
Ma i viaggi che preferisco sono quelli in cui, branchi inferociti di under6, lasciati allo stato brado da genitori incoscienti, non solo riescono a piangere per tutto il decollo/atterraggio ma che non fanno altro che tirarmi i capelli per l'intero viaggio.
Ah, dolci creature!

- Io quando viaggio porto sempre un libro.
Ma se non ho bagaglio e il libro è pesante, lo sostituisco con l'Ipod.
Tanta buona musica.
E poi compro un libro in loco nella prima libreria disponibile.
Questo non appesantisce assolutamente il mio bagaglio al rientro.

- Tutti i partecipanti e i docenti del mio master sanno che sono intollerante.
Lo sa anche il receptionist del palazzo dei congressi e tutti i corsisti degli altri tre master che si tengono nella stessa sede.
Credo che lo sospetti anche il prete del master in diritto di famiglia, ma devo accertarmene.
Lo sanno anche, e soprattutto, coloro che si occupano del catering.
Per due lezioni ho passato il coffee break a fare faccine pietose e sguardi tristi nei confronti del buffet. Oltre a ripetere ad oltranza la ovvia circostanza che potevo solo spanzarmi di bevande (denigrando in segreto i succhi di frutta).
Alla terza lezione ho avuto un piattino con:
- gallette di mais
- croccantini al sesamo
- grissini
I grissini non li potevo mangiare ma ho potuto notare, con orrore e stupore, che gli altri corsisti puntavano con occhio lubrico e manine leste il mio piattino (a fronte di un buffet straboccante di nutella e altre goduriaggini simili).
Tanto che il mio collega napoletano, nonchè mio compagno di banco e custode delle mie gallette quando mi allontano (non lo sapevo ma le gallette di mais sono un bene parecchio ambito), giustamente si chiedeva, attonito: "Ma perchè guardare questo piattino triste quando c'è tutto quel ben di Dio nell'altro tavolo?"
Come dargli torto?
Ma il top l'ha toccato una collega del master sulla contrattualistica.
La sua puntata al mio triste piattino non è stata  fugace. Anzi, si è piazzata lì innanzi a rimpinzarsi dei DUE croccantini al sesamo che c'erano.
Ora, per onor di cronaca, è d'uopo riportare la conversazione intercorsa tra lei e la sottoscritta.
Ragazza:"Chissà per chi è questo piattino a parte?!"
Narcy:"Per gli intolleranti (... cretina, quale società di catering servirebbe granaglie ad un coffee break????)"
Ragazza:" Ah, allora chissà a chi sto togliendo il cibo!"
Narcyconilsuomigliorsorriso:" A me"

- Io amo Roma.
E non solo perchè è un museo a cielo aperto e io, per i Musei e le anticaglie in generale, ci vado a nozze.
Ma perchè quando guardi il cielo di Roma vedi i gabbiani e poi le statue che si ergono da secoli su palazzi, frontoni, colonne.
Personaggi mitologici, adoni, principi e imperatori testimoni di altezze e bassezze umane che stanno lì, sornioni, ad osservare.
Quanta storia, quante storie!
E ogni volta, anche se l'avrò vista tante volte, vedo queste sagome nere stagliarsi contro il cielo del tramonto, le mani ferme in un imperioso gesto di sfida cristallizzato nel marmo, e mi incanto.


 E poi l'alba.
L'alba tra i palazzi e sui mosaici.
E' che l'alba è bella ovunque, c'è poco da fare.
Ma ci sono alcuni posti e alcuni momenti, in cui è davvero speciale.


- Essere intolleranti è già difficile in casa ma in trasferta è una tragedia.
Fondamentalmente non mangi o cerchi un supermercato dove comprare gallette di mais e prosciutto crudo.
Ad evidente detrimento della tua vita sociale perchè passi alternativamente per il taccagno o per la tipa perennemente a dieta.
A volte mi piacerebbe attaccarmi un cartello al collo, tertium datur: Intollerante.

Detto questo e avervi ammorbato con le mie perle di saggezza, un doveroso minuto di silenzio per chi, in questi giorni, ha perso tutto.
E parlo principalmente dei terremotati dell'Emilia.
Io vivo sotto un Vulcano e la mia città è stata distrutta per 7 volte, ora dalla lava, ora dal terremoto.

So che è molto poco,ma io e altre creatrici faremo una vendita pro-emiliani di nostri prodotti.
Il ricavato andrà interamente a persone che lavorano in loco e che si sbracciano per cercare di ricostruire qualcosa.
Sono benvenute tutte le creatrici che vorranno donare qualcosa.
In ogni caso per i dettagli aggiornerò più avanti.
Intanto, sapetevelo.